LA “NUOVA VITA” DI MAURO BALDO

Archiviata la stagione 2021-2022, ci siamo già proiettati sull’inverno 2022-2023, un’annata che vogliamo essere nel solco della continuità con quanto fatto finora e che, anticipiamo, presenterà una novità importante. La novità è che tra i nomi degli allenatori non figurerà più quello di Mauro Baldo.

Nessuna paura, Mauro non ci abbandonerà. Passione e professionalità infinte, un’esperienza di tecnico lunga quasi quattro decenni (tra gruppo sportivo militare, nazionale, comitato regionale e sci club) indosserà ancora la giacca verde Druscié ma con un ruolo diverso rispetto a quello delle sei stagioni scorse.

Mauro, raccontaci questa novità.

«Non finisce di certo la mia avventura al Druscié! Solo, nella prossima stagione non farò più l’allenatore. Manterrò, invece, il ruolo di direttore tecnico. In realtà, l’allenatore continuerò in qualche modo a farlo: nel senso che, pur non avendo la responsabilità di alcun gruppo, lavorerò in quegli ambiti nei quali dovesse esserci bisogno».

Non starai dunque dietro la scrivania?

«Assolutamente no. Il mio ruolo sarà sì organizzativo ma lavorerò comunque tanto sul campo, cioè in pista».

Quella appena trascorsa è stata la tua sesta stagione al Druscié. Quali sono state le soddisfazioni più grandi?

«Se dovessi elencarle tutte, staremmo qui una settimana! Battute a parte: sono state tantissime, a tutti i livelli. Volendo fare una sintesi, potrei dire che la soddisfazione che le riassume tutte è stato l’ingresso in nazionale di Vittoria Cappellini al termine della scorsa stagione. Quello che voglio sottolineare con forza è che gli ottimi risultati di questi anni sono arrivati grazie a una programmazione del lavoro e della strategie pianificate insieme al presidente Flavio Alberti. Ecco, programmazione e chiarezza di obiettivi sono stati la chiave di volta per fare grandi cose».

Guardiamo in prospettiva. Che cosa ti aspetti dall’inverno 2022-2023?

«Confermare la stagione che abbiamo da poco terminato, una stagione molto positiva in tutte le categorie».

Ultima domanda, facendo un passo indietro. Che cosa significa per te fare l’allenatore?

«Essere allenatore è qualcosa di totalizzante, sei allenatore dodici mesi all’anno, ventiquattro ore su ventiquattro, non dormi la notte pensando ai programmi e alle gare, a come affrontare una determinata situazione o a come risolvere un problema. Certo, per vivere in questo modo questa professione, devi avere una passione infinita».

Responsabilità Sociale SCD

L’insegnamento della pratica sportiva, oltre alla doverosa attenzione allo sviluppo delle capacità coordinative armonicamente con l’evoluzione motoria, ha il compito di trasferire valori fondamentali per maturare in modo sano e nel rispetto del senso civico

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