LA VOGLIA DI IMPARARE DI MAURO BALDO

Nel secondo appuntamento di #ildrusciesiracconta diamo la parola al direttore tecnico Mauro Baldo.

Mauro, qual è il compito del direttore tecnico all’interno di una società come lo sci club Drusciè?

«Il direttore tecnico rappresenta la figura tecnica che gestisce e coordina le attività dei vari gruppi agonistici. Nello specifico mi occupo delle attività concernenti l’assetto tecnico e organizzativo della società, ivi compresa la gestione dei rapporti fra società e atleti o tecnici. Tuttavia, piuttosto che un direttore tecnico, preferisco essere considerato un “allenatore con incarichi organizzativi”».

Quali sono gli obiettivi che un dt si pone?

«Banalmente spero sempre di fare un po’ meglio dell’anno precedente, cosa che in realtà non è così semplice. Il Drusciè, che mi sembra assolutamente riduttivo chiamare sci club, ormai da diversi anni viene gestito e amministrato come fosse una piccola azienda. Come tale, quindi, è soggetta a innumerevoli problematiche che esulano dall’aspetto tecnico ma che, giocoforza, ne influenzano ogni aspetto. In questo contesto il mio lavoro di direttore tecnico consiste nell’ottimizzare le risorse messe a disposizione della dirigenza per venire incontro alle esigenze degli allenatori ed alle aspettative di atleti e famiglie». 

Quanto un dt è un tecnico e quanto uno psicologo/motivatore?

«Mi piacerebbe rispondere 50/50 … ma non è così. Talvolta c’è bisogno di estrema razionalità, psicologia, calma, conoscenza. Altre volte c’è bisogno di tanta passione, di cuore, di esperienza, di personalità. Ritengo nondimeno che la capacità di trasmettere qualcosa dipenda spesso da misteriose alchimie piuttosto che da schemi prestabiliti. Io non sono il depositario del sapere, anzi, credo di commettere ancora diversi errori di valutazione nonostante la mia storia di allenatore sia cominciata nel lontano 1985. Di sicuro non mi è passata la voglia di imparare, di raggiungere nuovi obiettivi, di mettermi in discussione. Ecco, forse la risposta alla domanda è proprio questa: un dt è un tecnico di provata esperienza che sappia trasmettere la propria passione». 

Come si rapporta un direttore tecnico con gli allenatori? Come si rapporta con i tecnici? E con i genitori?

«Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di professionisti molto motivati e qualificati con i quali esiste un rapporto di reciproca stima e fiducia. Quando l’ambiente di lavoro è sereno tutto diventa più facile. Ovviamente non mancano le tensioni e le incomprensioni ma si cerca sempre di trovare insieme una soluzione ai vari problemi.

Il rapporto con i genitori è materia estremamente più complessa ed articolata…e non vorrei liquidarlo in poche parole perché meriterebbe un’analisi più approfondita. Mi limito a riportare un pensiero (non mio) che ho reperito sul web e che trasmetto spesso ai genitori che mi chiedono: “quali risultati sportivi mi posso aspettare da mio figlio?”

Un amico chiede: “Perché continui a pagare un sacco di soldi per far sciare i tuoi figli?”

Beh, devo confessarvi che io non pago per far sciare i miei figli; personalmente non può importarmi di meno dello sci. Quindi se non sto pagando per lo sci per cosa sto pagando?»

Pago per quei momenti in cui i miei figli sono così stanchi che vorrebbero smettere ma non lo fanno;

Pago per quei giorni in cui i miei figli tornano a casa da scuola troppo stanchi per andare in pista ma ci vanno lo stesso;

Pago perché i miei figli imparino la disciplina;

Pago perché i miei figli imparino ad aver cura del proprio corpo;

Pago perché i miei figli imparino a lavorare con gli altri e ad essere buoni compagni di squadra;

Pago perché i miei figli imparino a gestire la delusione quando non ottengono la vittoria che speravano di avere ma devono ancora lavorare duramente;

Pago perché i miei figli imparino a crearsi degli obiettivi e a raggiungerli;

Pago perché i miei figli imparino che ci vogliono ore ed ore ed ore di duro lavoro e allenamento per creare un discesista, e che il successo non arriva da un giorno all’altro..

Pago per l’opportunità che hanno e avranno i miei figli, di fare amicizie che durino una vita intera;

Pago perché i miei figli possano stare sulla neve anziché davanti ad uno schermo. Potrei andare avanti ancora ma, per farla breve, io non pago per lo sci; pago per le opportunità che lo sci dà ai miei figli di sviluppare qualità che serviranno loro per tutta la vita e per dar loro l’opportunità di far del bene alla vita degli altri. E da quello che ho visto finora penso che sia un buon investimento».  

Un bilancio della stagione 2019-2020?

«Tutto sommato direi che si è trattato di una stagione positiva. Abbiamo intensificato in tutte le categorie le giornate di allenamento sia su neve che “a secco”, ben figurando nelle varie competizioni nazionali ed internazionali, consolidando il prestigioso livello raggiunto la scorsa stagione a livello societario. Non nascondo che, considerata la mole di lavoro svolta, aspettavamo con trepidazione l’ultimo mese di gare per raccogliere qualche ulteriore soddisfazione. Invece è saltato tutto a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. Vuol dire che ci rifaremo il prossimo anno». 

Responsabilità Sociale SCD

L’insegnamento della pratica sportiva, oltre alla doverosa attenzione allo sviluppo delle capacità coordinative armonicamente con l’evoluzione motoria, ha il compito di trasferire valori fondamentali per maturare in modo sano e nel rispetto del senso civico

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