MICHELE CANEI, IL “NONNO” DEL DRUSCIÉ
Per il settimo appuntamento di #ildrusciesiracconta, spazio a Michele Canei, classe 1980, allenatore di secondo livello, uno dei pilastri della società.
Michele, lavorativamente parlando, sei il più vecchio tra i tecnici della nostra società.
«Sì, ho iniziato 15 anni fa, quando il club era davvero piccolo piccolo. Non avevamo neanche una sede e le riunioni le facevamo a casa mia o di Flavio. O al bar. Avevamo solamente le categorie Baby e Cuccioli ed eravamo tre-quattro allenatori».
Ora i numeri sono decisamente diversi.
«Indubbiamente. I tesserati al club sono oltre 400 e ragazzi che sciano con noi, di tutte le categorie, sono oltre cento. Nel tempo, abbiamo saputo crescere molto e questa crescita è motivo di soddisfazione, la sento anche un po’ mia. È stata ed è un’esperienza che mi ha arricchito molto. Allenare al Druscié è per me più di un lavoro. Diciamo che mi sento a casa. Con Flavio ci sentiamo e ci confrontiamo ogni giorno».
Hai sempre allenato le categorie Baby e Cuccioli, perché?
«In parte per un’esigenza pratica, e cioè conciliare questa mia attività con il lavoro che svolgo nell’azienda di famiglia. E poi perché mi piace lavorare con i piccoli. Insieme agli altri allenatori cerco di insegnare loro la tecnica e l’agonismo ma anche l’educazione sportiva e il rispetto delle regole. A questa età è importante fare venire ai bambini e ai ragazzi la voglia di sciare, fare un passo alla volta. Per i risultati c’è tempo più avanti. Fondamentale, per queste categorie, è anche dedicare del tempo ai genitori: spiegare programmi e obiettivi, renderli insomma partecipi di un percorso che è sportivo ma anche educativo».
In questi quindici anni come hai visto cambiare il mestiere di allenatore?
«I club sono cresciuti e la concorrenza è maggiore, di conseguenza si è alzato il livello».