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POKER DRUSCIÈ NELLE SQUADRE DI FISI VENETO 2020-2021

Il comitato regionale Veneto Fisi ha ufficializzato oggi, sabato 11 luglio, le squadre A dello sci alpino per la stagione agonistica 2020-2021. Quattro sono i nostri atleti presenti: in ambito femminile Gaia Palamara e Ludovica Loda, rispettivamente classe 2002 e 2003, tra i maschi Pietro Meggiolaro (2002) e Lorenzo Salvati (2004, uno dei più giovani del gruppo). A tutti loro, i complimenti della società e un grande in bocca al lupo!

MARCO MASINI E LE INFINITE ABILITÀ MOTORIE DI UNO SCIATORE

Siamo arrivati al dodicesimo appuntamento de #ildrusciesiracconta, la serie di interviste dedicate ai tecnici della nostra società. Protagonista è il responsabile della preparazione pre sciistica, Marco Masini, laureato in fisioterapia e allenatore di sci di terzo livello. Con lui affrontiamo il tema delle abilità atletiche di cui deve essere in possesso uno sciatore.

Marco, quai abilità servono maggiormente?
«Le abilità necessarie ad uno sciatore sono molte e complesse. Una è la capacità di scivolamento: è bene infatti non dimenticare mai, in sede di preparazione atletica, che lo sci alpino appartiene infatti agli sport di scivolamento. C’è poi l’abilità di rapido adattamento a innumerevoli variabili come archi di curva, pendenze e velocità, variabili alle quali bisogna adattare i programmi motori e spesso cambiarli in millesimi di secondo. C’è poi l’abilità acrobatica, l’abilità nell’indirizzare col piede la traiettoria di curva, abilità che si può allenare molto bene in estate con i roller blade. Da non dimenticare l’abilità nella gestione del dislivello: anche in questo caso può sembrare banale sottolineare – ma non lo è – che lo sci si esegue su pendi,per cui appare inutile soffermarsi ad esercizi su playground  “piatto” come giustamente invece fanno calciatori, tennisti, sprinter e altri».

Come sviluppi queste abilità nei ragazzi che segui?
«L’attività che propongo agli atleti dello sci club è molto varia: attività di scarico, defaticamento, stretching, giochi e circuit training a bassa intensità nel periodo invernale. Preparazione delle abilità motorie nel periodo estivo e autunnale. Per quanto riguarda l’estate, abbiamo organizzato un programma assai vario, che comprende, oltre alla normale attività, parkour, slackline, roller blade, slideboard, percorsi di destrezza in discesa da farsi di corsa, sup (una variante del surf in cui si sta in piedi su una tavola sull’acqua ndr), attività acrobatica ai tappeti elastici, tennis per riprodurre l’attitudine mentale dello sciatore ad adattarsi alle variabili».

Allenamenti impegnativi ma anche divertenti, par di capire.
«Credo sia importante variare e anche divertirsi, al fine di una maggiore efficacia dell’allenamento. Ultimamente, ritenendo appunto fondamentale introdurre nuovi e divertenti allenamenti, lo sci club ha acquistato i set di luci led con sistema wireless che creano modelli di movimento stimolando la reazione e percezione dell’atleta con stimoli visivi. Grande importanza abbiamo dato allo sviluppo delle capacità coordinative – anticipazione motoria, fantasia motoria, equilibrio, differenziazione dinamica, capacità di ritmo e di variazione di ritmo, ecc. – presupposto per lo sviluppo delle successive abilità. È a ricordare che la fase sensibile per lo sviluppo di tali capacità è tra gli  8 e i 12 anni. Si tratta, potremmo dire così, di alfabetizzare i bambini in motoria, con infinite esercitazioni. Non dimentichiamo che i bambini hanno una grandissima capacità di memorizzare e apprendere. Bisogna però stimolarli».

STEFANO SAVINI E L’ALLEANZA GENITORI – ALLENATORI

L’undicesimo appuntamento di #ildrusciesiracconta è dedicato alla famiglia e, nello specifico, a che cosa può fare la famiglia per sostenere un figlio che fa sport. Ne abbiamo parlato con Stefano Savini, allenatore di secondo livello, che nel Druscié allena la categoria Ragazzi.

Stefano, si parla spesso del rapporto tra sport, giovani atleti e famiglie. Dalla tua esperienza, cosa emerge?

«Partiamo dal presupposto che il supporto della famiglia è molto importante per un figlio che pratica un’attività sportiva: deve svolgere il ruolo di sostegno e guida, lo stesso allenatore ha bisogno dei genitori per creare quella atmosfera di supporto che aiuti il figlio nella pratica sportiva».

Non c’è un rischio di “intereferenze”?

«La sfida vera non è vietare il coinvolgimento della famiglia nell’attività del figlio ma bensì trovare il giusto equilibrio e coinvolgimento educativo della famiglia al fine di garantire un ambiente in grado di migliorare l’ esperienza sportiva del ragazzo. Molto spesso i genitori vogliono e pretendono i risultati immediati. Io credo invece che la famiglia deve essere brava a intuire che l’atleta/figlio deve acquisire competenze, deve prendere atto dei naturali cambiamenti fisici del ragazzo e non dovrebbe commentare il lavoro del tecnico. Un genitore che aiuta ha pazienza. Se ha qualche dubbio, ne deve parlare con l’allenatore per capire come, nella figura di genitore, può aiutare il proprio figlio».

Allenatore-genitore, dunque, devono essere alleati.

«Sì, devono viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda. Così come deve fare l’allenatore, anche il genitore deve essere bravo innanzitutto nell’aiutare il figlio a sviluppare la propria autonomia, invitandolo ad assumersi le proprie responsabilità rispetto all’attività sportiva. Mi riferisco, ad esempio, al rispetto degli orari o alla cura dei materiali. Deve essere bravo anche nel favorire la crescita del senso critico, evitando, nel ragazzo, atteggiamenti vittimistici che sono inutili e sono, di fatto, una fuga dalle proprie responsabilità. Credo anche che, come un allenatore, anche un genitore debba saper ascoltare e offrire la propria opinione, debba far notare eventuali disattenzioni ma anche sostenere il giovane atleta in caso di cedimenti emotivi. L’ aiuto del genitore va dato una volta che il ragazzo si è impegnato autonomamente a risolvere il problema evitando così atteggiamenti protettivi che andrebbero a danneggiare il figlio.
Altro aspetto importante per la famiglia è riuscire a vivere con serenità un eventuale  sconfitta del proprio figlio. Il genitore non deve cadere nell’errore di parlare dell’accaduto  subito dopo la competizione e continuare a casa a rimuginare sull’ errore del figlio, bensì a mente fredda, se il figlio vuole, analizzare la sconfitta. Sconfitta che non deve essere mai intesa come un fallimento ma bensì come un momento di crescita su eventuali errori per trarne degli insegnanti. La ricetta giusta per essere un genitore impeccabile non c’è. Così come non c’è la ricetta giusta per essere un allenatore impeccabile. Una cosa però è fondamentale: la capacità di ascolto e la capacità di leggere i segnali».

SIMONE VIOTTO E I CONSIGLI DI LETTURA. PER ALLENARE LA MENTE

Siamo arrivati al decimo appuntamento di #ildrusciesiracconta, la rubrica per conoscere un po’ più da vicino il nostro club, i suoi tecnici e le modalità di lavoro. Protagonista di questa intervista è Simone Viotto,  allenatore di II livello e tecnico della categoria Allievi. Con lui riflettiamo sull’importanza delle mente nella prestazione sportiva.

Allenare anche l’aspetto psicologico è fondamentale nello sport. Come lo curi nella tua attività con i giovani atleti del Druscié?

«Sì, è sicuramente importante lavorare sulla mente, anche con i giovanissimi. Con loro, però, è importante lavorare a livello inconscio, giocando, usando un linguaggio positivo e facendogli fare un percorso al termine del quale trovano la soluzione. Stare lì a fare tropi ragionamenti non serve: perché farebbero fatica a capire tutto e perché si annoierebbero».

Un lavoro più mirato si può fare con i più grandicelli però.

«Con loro, e sto pensando alle categorie Ragazzi e Allievi e più su, naturalmente, alla categoria Giovani, si può lavorare sulla consapevolezza, insegnando loro a pensare sempre positivo e a concentrarsi esclusivamente su se stessi. Come quando, ad esempio, si è al cancelletto: se ho un pensiero negativo – che si comporta come un sabotatore esterno, questo pensiero influirà non solo sulla mia determinazione ma anche sul gesto tecnico. Una cosa da non fare, altro esempio, è quello che ogni tanto capita a qualche giovane atleta: essere a due pettorali dalla propria partenza e continuare a chiedere i risultati degli atleti appena scesi. Ovvio che non si farà una bella gara».

Sappiamo che hai dato dei consigli di lettura in questo periodo.

«Sì, ci sono dei libri molto interessanti in questo ambito. Ne ho consigliari tre ai ragazzi. Uno è “Niente teste di cazzo”, il libro con il quale James Kerr racconta degli All Blacks, la formidabile nazionale neozelandese di rugby, della loro attenzione maniacale all’eccellenza, del loro impegno collettivo verso una “causa comune”. E poi della responsabilità individuale nell’economia di una squadra. Altro consiglio di lettura è stato “Perseverare è umano”, il libro dello psicologo dello sport Pietro Trabucchi, testo che offre tantissimi spunti e che “insegna” come mantenere con costanza la propria motivazione. Terzo e ultimo libro, “Vincere con la mente”, testo con il quale un altro psicologo dello sport, Giuseppe Vercelli, ci introduce nella mente del campione e ci mostra i meccanismi mentali, le relazioni con gli altri e l’atteggiamento nei confronti della realtà che favoriscono la vittoria, nello sport ma non solo».

L’IMPORTANZA DEI MATERIALI. IL PUNTO DI DAVIDE VIEL

Per il nono appuntamento di #ildrusciesiracconta, la parola a Davide Viel. Con l’allenatore del gruppo Giovani femminile del nostro sci club, facciamo il punto sull’importanza dei materiali.

«Nello sci alpino, come in molte altre discipline sportive, i materiali sono fondamentali per ottenere un risultato importante e quello che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi è proprio questo, che un dettaglio tecnico sull’attrezzo, sci o scarpone che sia, può fare la differenza» esordisce Davide, allenatore di secondo livello e in maglia Druscié dalla stagione 2019-2020. «Si tratta di un concetto che magari spesso si dà per scontato ma che poi, nella realtà quotidiana, non sempre trova applicazione pratica. Ed è qui che non tecnici lavoriamo, fin dalle categorie minori».

Per i più piccoli, però, i materiali hanno importanza relativa.

«Senza dubbio sì. La gestione dei materiali dei nostri atleti ha uno sviluppo e un’importanza direttamente proporzionale con l’avanzare delle categorie. Nelle categorie Baby-Cuccioli, la gestione dei materiali ha ovviamente un’importanza relativa, essendo gli atleti ancora molto acerbi dal punto di vista tecnico-tattico. La preparazione dello sci è già importante ma non fondamentale. Proprio in queste categorie, però, bisogna insegnare alle giovani leve la cura dei materiali: trattare a modo gli sci, imparare a mettere sempre le fascette per chiuderli bene, asciugarli quando si arriva a casa dopo ogni allenamento».

Le cose cambiano con i più grandicelli.

«Nelle categorie Ragazzi-Allievi la gestione dei materiali assume un’importanza notevole anche ai fini del risultato, visto e considerato che gli atleti sono ad un livello tecnico-tattico più alto ed atleticamente più preparati e chiamati ad affrontare le prime gare di velocità, il superG. La preparazione dello sci è più accurata rispetto alle categorie precedenti, lamine e sciolina diventano molto importanti. Nella categoria Allievi è corretto che gli atleti inizino a prepararsi gli sci da soli, avendone ancora più cura. Oltre alla preparazione degli sci, in questa categoria si comincia a portare attenzione al set-up dello scarpone, personalizzandolo ad hoc per ogni atleta».

Nella categoria Giovani, un dettaglio può fare la differenza.

«Spesso e volentieri in questa categoria le gare si vincono o si perdono per una manciata di centesimi, quindi la ricerca della perfezione sui materiali è fondamentale. La preparazione dello sci assume un ruolo fondamentale considerando che la posta in palio è molto alta, gli atleti sono più evoluti sotto tutti i punti di vista, il livello è molto alto e le gare di velocità aumentano con l’inserimento della discesa. In questa categoria lo sci viene preparato con molta più cura: dalla soletta alle lamine ai fianchi, l’uso delle scioline è ancora più frequente e differenziato in base a temperatura e diversità della neve. Dovrebbe essere buona regola che un atleta della categoria giovani sappia prepararsi da solo i materiali, magari sempre con la supervisione dell’allenatore. Solitamente gli atleti polivalenti usano uno scarpone per le discipline tecniche ed uno per le discipline veloci differenziando i set-up per ottimizzare la performance in ogni specialità. Durante la stagione solitamente vengono eseguiti diversi test per determinare quale siano gli sci più veloci e per avere un quadro più preciso dei materiali».

VICINI A CHI CI Ѐ VICINO

In questo momento di generalizzata difficoltà, vogliamo rivolgere il nostro ringraziamento agli operatori sanitari e a tutti coloro che si stanno adoperando per arginare l’emergenza coronavirus. Vogliamo anche far sentire la nostra vicinanza alle aziende che ci sono state e ci sono vicine, realtà imprenditoriali fondamentali per il nostro lavoro. Forza, ne usciremo! Ce la faremo!

RENÉ DE SILVESTRO ATLETA DELL’ANNO

Lo Sci club Druscié Cortina ha celebrato sabato 28 dicembre, alla sala cultura di Largo Poste della località ampezzana, l’assemblea annuale. Numerosi i presenti tra consiglieri, allenatori, tecnici, sponsor e genitori. «Chiudiamo un 2019 che ci ha dato notevoli soddisfazioni» ha affermato il presidente Flavio Alberti. «Ci siamo confermati ai vertici nazionali, ottenendo numerosi risultati importanti con i giovani atleti dello sci alpino, con Giulia Gaspari protagonista a livello nazionale e internazionale nello snowboard, e con René De Silvestro, messosi in luce a più riprese a livello internazionale nello sci alpino paralimpico». 

«Oltre ai risultati agonistici, mi piace sottolineare l’ulteriore crescita fatta registrare dello sci club, crescita che in quattro anni ci ha fatto raddoppiare i tesserati, arrivando ora a oltre 400» ha detto ancora Alberti. «Un bilancio positivo del quale dobbiamo ringraziare atleti e allenatori in primis ma anche sponsor, consiglieri e genitori che vivono l’appartenenza alla società con vera passione. Vogliamo continuare su questa linea anche per la stagione appena iniziata, stagione che ci vedrà impegnati in maniera più consistente rispetto al passato anche in ambito organizzativo: saranno infatti sette le gare che allestiremo e che riguardano tutte le categorie, dai Baby e Cuccioli ai Master. Importante sarà la prosecuzione della collaborazione con la Scuola Sci Cortina con la quale da tempo abbiamo avviato i percorsi Freeski, realtà nella quale è privilegiata la dimensione ludica dello sci e che conta una novantina di partecipanti, e lo Junior team, percorso di pre agonismo che coinvolge una cinquantina di bambini».

L’assemblea sociale è stata anche l’occasione per le tradizionali premiazioni di fine anno. A consegnare i riconoscimenti è stato Alessandro Benetton, presidente della Fondazione Cortina 2021. Il premio atleta dell’anno è andato a René De Silvestro, ventitreenne azzurro dello sci paralimpico che nella stagione 2018-2019 ha conquistato l’argento in una prova di gigante in Coppa del mondo, conquistando il quinto posto finale nel circuito. «Questo premio è una grande soddisfazione che costituisce uno stimolo in più per continuare a fare bene» ha detto De Silvestro che nell’ “albo d’oro” della giovane iniziativa dello Sci club Druscié succede a Stefano Pizzato e Lorenzo Salvati. «In questa stagione ho fatto tre gare di Coppa Europa, conquistando tre podi. Mi sto allenando bene insieme a Luca Lacedelli. Tra qualche giorno prenderà il via la Coppa del mondo: sono fiducioso, punto tanto sul gigante, mi piacerebbe ottenere la coppa di specialità».

Stefano Pizzato, che si sta rimettendo da un infortunio piuttosto serio (rottura di tibia e perone) è andato il premio atleta meritevole. «Il recupero sta andando bene» dice il diciannovenne padovano. «Proprio in questi giorni ho iniziato a sciare in campo libero. Voglio tornare come prima, quanto prima, magari entro la fine di questa stagione».

Riconoscimenti sono andati anche a Virginia De Conti (Shred passion awards, all’atleta che a prescindere dal risultato ha messo più determinazione e costanza) e a Luca Lacedelli (allenatore dell’anno).


Responsabilità Sociale SCD

L’insegnamento della pratica sportiva, oltre alla doverosa attenzione allo sviluppo delle capacità coordinative armonicamente con l’evoluzione motoria, ha il compito di trasferire valori fondamentali per maturare in modo sano e nel rispetto del senso civico

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